LA DIMORA

La cooperativa sociale Dimora d’Abramo è un simbolo d’accoglienza e sostegno che si fa impresa.

L’attenzione e la prossimità all’altro, ai più fragili, alle difficoltà e alle esigenze della persona e della famiglia sono divenute, nel tempo, risposta organizzata in termini di servizi, progetti di accompagnamento e cura, strutture d’accoglienza e percorsi di integrazione.

La tensione ideale ha così generato un’impresa, rendendo sostenibile ed incisiva quella continuità d’impegno che gli stessi bisogni, la loro complessità e il loro mutare, continuano a sollecitare.

Partendo da servizi orientati ai bisogni primari di persone migranti, Dimora d’Abramo è così passata dal sostegno all’accoglienza, con tutto ciò che questo significa in termini di cura e relazioni con l’altro, di collaborazioni, articolazione delle risposte, di competenze e di investimenti, di lettura e di interpretazione della complessità dei bisogni, dei contesti e delle ragioni che li determinano e del lavoro possibile e necessario nelle comunità accoglienti.

Oltre 200 persone sono impegnate in questo quotidiano cammino solidale, che si arricchisce costantemente di competenze quanto di motivazioni, dandosi la forma di una grande rete di servizi per minori, adulti e famiglie in difficoltà.

È in questo modo che la cooperativa contribuisce a creare e a rendere visibile tutto il valore che nasce dall’incontro tra le diversità e, in un’ottica di partecipazione e di dialogo con le istituzioni, le comunità e le altre competenze del territorio, promuove il ruolo determinante delle persone nei cambiamenti sociali.

La dimensione nella quale si muove la Dimora d’Abramo è riassunta nei principi dell’accoglienza, del rispetto e della valorizzazione delle diversità come opportunità di crescita e di ricchezza per la comunità e le persone.

È da qui che prende le mosse una rete di servizi che si estende a tutte le aree che, in modi articolati e diversi, possono concorrere a dare sostanza a questi principi, rispondendo ai bisogni di persone segnate da fragilità e sofferenze, guardando ad ogni elemento che può concorrere all’integrazione, promuovendo innovazione culturale, educativa e sociale nelle comunità.

Tutto questo in una logica di ascolto, dialogo, collaborazione e rispetto dei diversi ruoli e competenze che in tale percorso debbono necessariamente integrarsi.